Saccheggiata e messa a ferro e fuoco
VIVINAIA
(1331) ad opera dell'esercito fiorentino in ritirata dopo il
vano assedio di LUCCA, gli abitanti di quel Comune, cresciuto
attorno all'antichissima villa (sec.XI) dei Marchesi di Tuscia
e della Contessa Matilde, cercarono rifugio sul culmine della
collina montecarlese, presso la
rocca del CERRUGLIO,
dove qualche anno prima (1328) s'erano asserragliate le ottocento
lance ribelli all'imperatore LUDOVICO IL BAVARO.
Qui,
con l'appoggio e lo stimolo del principe CARLO DI BOEMIA (il
futuro imperatore CARLO IV), il governo lucchese cominciò la
costruzione di quel borgo, cinto di mura e presidiato da una
fortificazione a base triangolare, facente perno sul MASTIO
e chiusa da due torri, probabilmente già appartenenti all'antico
CERRUGLIO.
In onore del principe boemo (figlio del re Giovanni e nipote
di ARRIGO VII) il nuovo BORGO - CASTELLO venne chiamato MONS
CAROLI, il monte di CARLO. Le opere di fortificazione del borgo,
sostenute interamente dai LUCCHESI, furono compiute fra il 1333
ed il 1339.
Con la conquista di Lucca da parte dei Pisani (1342), Montecarlo
divenne il
centro d'una importante Vicaria di confine,
gestita direttamente dal Comune di Pisa. Nel 1374, alla riconquista
della libertà di Lucca, dopo il periodo di dominazione pisana,
Montecarlo divenne capoluogo della vicaria di
VALLERIANA
ed ivi risiedettero, salve poche eccezioni, i Vicari lucchesi.
In questo periodo (1393 - 1400), ad opera del Maestro LANFRANCO
da Como, furono in gran parte rifatte le due torri collegate
al MASTIO e tradizionalmente note coi nomi di TORRE DELL'APPARIZIONE
(verso LUCCA) e Torre di Santa Barbara (verso PESCIA).
Data la sua straordinaria
importanza strategica,
sin dalla fondazione, Montecarlo fu teatro delle lotte fra Pisani,
Fiorentini e Lucchesi, per il dominio della Valdinievole e della
Lucchesia.
Nel 1437 Montecarlo fu conquistato da Francesco SFORZA, futuro
Duca di Milano ed allora Capitano Generale della LEGA capeggiata
da FIRENZE contro LUCCA e i VISCONTI: da allora il Castello
fece sempre parte dello Stato Fiorentino, sino all'unità nazionale.
COSIMO I, secondo Duca di Firenze, si propose di fare di Montecarlo
un munitissimo avamposto del dominio fiorentino: coi suoi ingegneri
militari progettò e costruì la parte della Fortezza più vicina
al paese, predispose ulteriori grandiosi lavori di fortificazione,
visitò ripetutamente la Rocca sorvegliando personalmente l'esecuzione
dei lavori intrapresi.
Poi, cresciuta l'importanza delle artiglierie e conseguentemente
vanificata ogni strategia basata sulla difesa passiva, domate
ormai Pisa e Siena e considerata inoffensiva la pacifica Lucca,
assorbita nei suoi traffici e difesa dalle sue risorse mercantili,
i Sovrani toscani abbandonarono lo Stato fiorentino e i progetti
iniziali di difesa dello stato fiorentino, almeno in questo.
Da allora Montecarlo andò incontro ad una lenta ma inesorabile
decadenza, finchè nel 1775 i
LORENA smilitarizzarono
la Fortezza e l'abbandonarono al suo destino.